From The Book of Giving Back
Translated by Stephen Sartarelli
   
     
  Amici miei stremati, senza fiato,
tenete voi lusinga alla mia voce.
Vi seguo nel passare inascoltato
che vi fa eguali al battito di luce
sulla via che unisce i tempi
nel buio — nell’androne
ove si affila la speranza,
che non si volle oltrepassare.
Desiderio imparato rispondendo
vorrei fosse la mia arte —
spingere in mezzo la parola, dove
manca l’aiuto il fuoco è spento,
l’istante non conosce la sua storia
e le spezie messe in serbo
non sanno piú di niente.
E io, da un angolo d’eresia
volgendomi al maestro
piú vicino, a ciò che nel torrente
mi risponde, chiedo il poema
senza testimoni, senza
la somiglianza estrema
del crepacuore — il principio
che precede il precursore.

Essere chiamati, essere chiamati.
Il passaggio del fagiano di notte,
nella neve. Avere sentito.
     
  My weary friends, though out of breath,
it’s you shall cosset my voice.
I shall pass unheeded as you,
as you like the throbbing light
along the road that unites the times
in darkness — at the threshold
where hope grows keen, that point
we wished never to cross.
Desire learned in response,
thus I would I have my art be —
pushing the word in the middle, where
help is lacking, the fire spent,
the moment does not know its history
and spices laid aside
no longer taste like anything.
While I, turning
from a corner of eresy
to the nearest master, to
the answer in the torrent I hear,
I ask for a poem without witness,
without that final resemblance
to heartbreak — the beginning
that precedes the forerunner.

To be called, to be called.
The night-pheasant’s passing,
in the snow. To have heard.
     
works Lines 479-486 Lines 617-623 Lines 641-651